Nell'Italiano parlato (perlomeno in Brianza e a Milano) si usa spesso la "parola" /nɛ/ per fare una "question tag", quello che in Inglese si fa ripetendo il verbo al negativo e mettendo un pronome soggetto. Chi lo usa nello scritto (tipicamente sui social) lo scrive tipicamente "neh". Io ho pensato che potrebbe avere origine da "no è" = "non è [vero/così]", e quindi andrebbe scritto "n'è". C'è qualche fonte più autorevole che abbia questa opinione? Meglio "neh", "n'è" o (altra forma più rara) "nè/né"?
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Potresti fare un esempio in inglese? – Charo Nov 06 '15 at 15:56
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1@Charo "You're going, aren't you?", ovvero "Tu vai, n'è?". – MickG Nov 06 '15 at 16:35
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4È un uso regionale, che associo al Nord-Ovest d'italia (ma non sono sicuro al 100% che sia localizzato solo lì). Ti posso assicurare che se provi ad usarlo in Veneto riceverai degli sguardi molto perplessi... – Denis Nardin Nov 06 '15 at 19:11
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Eh beh @Denis io sono brianzolo :). – MickG Nov 06 '15 at 19:12
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3Dovresti correggere la tua domanda, perché "nel parlato italiano" (tout court) è sbagliato – Walter Tross Nov 06 '15 at 20:17
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2Nel profondo sud di Roma non è arrivato. – DaG Nov 06 '15 at 20:41
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4Se ne parlava anche in un'altra domanda, ma non mi sembra che ci fosse una risposta risolutiva. La risposta più convincente si richiama al Treccani, che avalla l'ipotesi “n(on) è”. Non vedo però perché scriverlo “n'è”, che significherebbe “ne è” (come in “è finito, non ce n'è più”). – DaG Nov 06 '15 at 20:49
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Mi piace vederlo come contrazione di nevvero... e per quanto alla scrittura, meglio non scriverlo, a parte che non si stia scrivendo una commedia in dialetto lombardo (nel qual caso userei ne'). – N74 Nov 07 '15 at 10:39
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Se ti va di vedere come lo interpretano degli autori trovi materiale qui. Menichetti in ... E chi viv se la spassa! usa nèh. – N74 Nov 07 '15 at 10:53
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@DaG n'è come "no è". In Dante si trova "no" per "non". Quindi n' vorrebbe essere elisione di "no" per "non", in "n'è" a fine frase, e non di "ne". Certo, l'ambiguità c'è, ma a fine frase "ne è" non ce lo vedo molto :). – MickG Nov 07 '15 at 11:26
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@MickG: Siamo d'accordo, dal contesto è chiaro che qui con “n'è” non intendi “ne è”, ma visto che nei dizionari e presso gli autori dialettali è attestata la grafia “neh”, non mi è chiaro perché usarne una diversa che per giunta ha già un altro significato. – DaG Nov 07 '15 at 11:59
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@DaG Voleva solo essere una grafia "etimologica", ma se "neh" è usata anche dagli autori credo che la adotterò anch'io. – MickG Nov 07 '15 at 12:08
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3Proporrei di sostituire il termine "italiano parlato" con "lombardo italianizzato" o anche "lombardo occidentale italianizzato". Nel resto d'Italia non si usa il "/nɛ/: n'è, neh o nè" – Joe Taras Nov 07 '15 at 15:52
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In Brasile è molto usata la parola "né?" che è la contrazione di "não é?", con il significato di "non è vero?" o, in francese, "n'est pas?". – Francesco Gisina Nov 26 '17 at 00:07
1 Answers
La particella ne è presente molto simile in varie lingue di Paesi vicini (in portoghese come contrazione di não é, in tedesco nö o neh al posto di nein?); se provenisse dal francese (come corruzione di n'est-ce pas?), questo potrebbe spiegare perché sia diffusa nel nord Italia, ma non al centro o al sud, e specialmente nella zona di Milano, visto che il dialetto meneghino mutua molti termini dal francese.
Esiste la forma "n'è" per "non è", la usava anche il Manzoni, ma è rara (Ne abbiam passate di brutte, n'è vero, miei giovani?) e per quanto riesco a trovare, è sempre usata nella forma "n'è vero". Può darsi che "neh" derivi da una contrazione di non è vero?, ma in tal caso andrebbe probabilmente scritta "ne'", come forma elisa di nevvero.
Soprattutto, nel rileggere "n'è", almeno io interpreterei come "ne è".
Perciò, tutto sommato, io lascerei indicato neh.
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2Più che di “n'è” usato per “non è”, parlerei, per quell'esempio, di diverse grafie della parola/locuzione “nevvero” (cf. http://www.treccani.it/vocabolario/nevvero/). – DaG Nov 09 '15 at 10:52
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Giusto, ho corretto la risposta. Per quanto riguarda il riferimento al giapponese, è che mi stavo baloccando con l'idea balzana che il suono N terminale potesse nascere da qualcosa tipo l'effetto kiki-bouba. – LSerni Nov 09 '15 at 11:16
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1Interessante ipotesi, ma questa sorta di congetture sugli universali del linguaggio va sempre affrontata con infinita cautela, visto che persino le onomatopee differiscono grandemente da lingua a lingua. E poi, personalmente, avrei qualche perplessità su una teoria che trovasse affinità tra un tratto dell'italiano di certe regioni settentrionali e il giapponese, quando questo tratto non è condiviso neppure dall'italiano di altre regioni. – DaG Nov 09 '15 at 11:24
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Giusto. Avevo detto che era una idea balzana. Magari tolgo il riferimento, che in effetti può lasciare perplessi... – LSerni Nov 09 '15 at 11:26
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2Tornando in tema, mi sembra interessante l'idea di usare la grafia “ne'” (anche per affinità con po', be', to'...), ma probabilmente arriviamo un po' tardi per introdurla adesso. – DaG Nov 09 '15 at 11:28
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1@DaG Però tutti gli esempi che hai fatto sono elisioni (poco, bene, togli), mentre non è affatto chiaro se neh sia l'elisione di qualcosa (anche se lo fosse di nevvero, questa parola a sua volta viene da non è vero, quindi neh sarebbe soltanto non è, e dunque nessuna vera elisione). – Mauro Vanetti Nov 12 '15 at 15:12