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Leggendo la Grammatica storica della lingua e dei dialetti italiani, a pagina 13, mi sono trovato di fronte al verbo gire. Non sapendo nulla riguardo all'esistenza di tale verbo, l'ho cercato su Google e a quanto pare è un verbo in tutto e per tutto. La mia domanda è la seguente:

In quante e quali regioni viene utilizzato, in modo significativo, il suddetto verbo?

Charo
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eslukas
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  • Personalmente, anziché Google avrei consultato uno o più vocabolari. – DaG Sep 15 '15 at 21:21
  • Ho già consultato il Treccani, ma mi dice solamente che il verbo è, appunto, usato solamente in alcune regioni, e perciò la mia domanda. – eslukas Sep 15 '15 at 21:30
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    Per quanto mi riguarda mai sentito – kos Sep 15 '15 at 22:02
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    A puro titolo di esempio, segnalo L. Da Ponte, le Nozze di Figaro, atto I, N. 2: "Se a caso madama la notte ti chiama: din din, in due passi da quella puoi gir". – enrico Sep 23 '16 at 17:13
  • Si usa anche nell'area del Montefeltro, provincia di Pesaro ed Urbino, in forma dialettale. – user5356 Apr 07 '19 at 13:47
  • "Gire" si usa anche nella provincia di Perugia. Ad esempio "dua gimo?" (dove andiamo?) oppure "dua è gito?" (dov'è andato?). – Simone Porzi Sep 28 '16 at 13:45

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Più che una forma dialettale sembra essere una forma arcaica/letteraria del verbo "andare", personalmente non l'ho mai visto o sentito usare (tranne che da Dante)

Gire:

  • v.intr. (aus. essere)

  • Andare: lasciammo il muro, e gimmo in vêr lo mezzo (Dante)

  • dif., usato solo nelle forme del pres.indic. noi giamo, voi gite, in quelle dell’imperf.indic. io givo, tu givi, egli giva o gia, essi gìvano, in tutte le forme del pass.rem. e del fut.semplice indic., del pres.cond. e dell’imperf.congiunt., nel part.pass. gito e in tutti i tempi composti a aus. essere

  • (ant., lett.) andare: lasciammo il muro e gimmo inver’ lo mezzo (DANTE Inf. X, 134) Etimologia: ← lat. īre.

(Hoepli e Garzanti)

Qui c'è un accenno a "gire" come forma dialettale umbro/marchigiana:

  • L'area umbro-marchigiana, anche a causa della sua conformazione ..... (sud-est), donna e femmina, andare e gire o ire, ascoltare e sentire, accendere e appicciare. ....

(Treccanionline)

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Si usa ancora nel dialetto della città di Potenza nelle stesse forme di Dante. Nella città di Potenza andava si dice 'gia' come nel canto XXVII dell'Inferno, 'gisse' diventa 'gess' è così via.

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Giuseppe
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Marche, Valle del Potenza, Cingoli, Apiro: "è gito/gitu" etc. Tutte varianti da "itus" come "jitu", a pochi chilometri.

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