Treccani, nel suo magazine di lingua Italiana, I nostri lettori cacciatori di parole nuove/6 di Silverio Novelli riporta:
Ciocco , cioccapiatti
G. L. ci delizia con queste due voci
dell'italiano regionale emiliano, con epicentro Bologna e attestazioni
in varie parti dell'Emilia. Si tratta di parole che hanno precisi
riscontri dialettali: cioc vale 'scoppio', ciocapiât vale «radicchio
di campo; tarassaco; scemo, fesso» (L. Lepri, D. Vitali, Dizionario
bolognese-italiano, italiano-bolognese, Pendragon, Bologna, 20092). In
particolare, cioccapiatti si dice (diamo la parola a G. L.) di una
«persona che si vanta doti (nel fare, nell'essere) esagerate, ma che,
alla resa dei conti, è inconcludente». Nel sito Facebook dedicato a
cioccapiatti, c'è chi fornisce una lettura interessante dell'accezione
figurata, molto colloquiale e familiare, della parola, partendo
dall'accezione di base: «Il cioccapiatti era così chiamato perchè
quando lo si condiva nel piatto e quando lo si mangiava,scrocchiava (a
Bologna cioccava). Il cioccapiatti è una specie di radicchio selvatico
che è molto presente lungo gli argini del fiume Reno. Poi associato a
persone bugiarde, inconcludenti, false ecc. in quanto sembra una
verdura pregiata ma in realtà è amaro, duro ed una volta pulito non
rimane nulla = persona con pochi contenuti. Io la conosco così».
Cioccapiatti è incluso nel Manuale di lingua e mitologia urbana , il
che significa che per l'autore del Manuale la voce è propria degli usi
giovanili. Parola da tenere ben custodita in attesa di un dizionario
del lessico italiano regionale.
In questo Manuale di lingua e mitologia urbana si legge:
il cioccapiatti era il ciarliero venditore di piatti al mercato che
era solito sbattere, cioè "cioccare" piatti di poco valore uno contro
l'altro per decantarne la robustezza. Di conseguenza il termine è
venuto ad indicare la persona che millanta crediti o promette
prestazioni che non si sa se potrà mantenere.
In questo Blog degli studenti universitari di Bologna si può leggere:
cio(c)capiatti s. m. persona non degna di fede, che racconta storie
poco credibili, una specie di banfone; “te sei un gran cioccapiatti” ♦
dal dialetto ciocapiât s. m. (=). Vedi anche ballista
dove il termine viene indicato come appartenente allo "slang" bolognese, quindi come termine regionale.
In Liguria il termine con lo stesso significato sarebbe contamusse.