Non ci può essere una regola. Gli esempi di coppie minime sono tanti:
casa/cassa
fata/fatta
copia/coppia
cola/colla
sera/serra
e così via. Nessun correttore automatico che non abbia anche un controllo semantico può segnalare errori in questi casi.
Se pronunciamo vale (voce del verbo valere) e valle (quella che sta fra i monti), la a nella prima parola è leggermente più lunga e, naturalmente, il suono di ll è “più intenso” di l semplice, almeno nella pronuncia standard.
La z sorda intervocalica seguita da i si pronuncia sempre geminata (termine più preciso di “doppia”), ma normalmente si scrive semplice: azione. Se però la z è doppia in una parola, lo è anche nelle parole derivate: mazza e mazziere; invece da dazio viene daziere, da Lazio viene laziale. Le z in queste sei parole si pronunciano allo stesso modo, cioè geminate.
Un problema analogo per chi impara l'italiano riguarda l'accento tonico: non c'è alcuna regola per decidere su quale sillaba cade. Un esempio classico è capitano che può avere l'accento tonico su tre delle quattro sillabe
càpitano (verbo capitare)
capitàno (ufficiale dell'esercito)
capitanò (verbo capitanare)
L'accento si segna solo nell'ultimo caso.